Riflessione sull’elefante, martedì 30 aprile, ore 11.05
Scritto da Valentina Giusti il 29 Aprile 2019
Gli elefanti sono capaci di piangere, sosteneva Darwin, di fare amicizia e di avvicinarsi ad ascoltare gli umani che cantano nella savana. Hanno un cervello simile al nostro, capace di ricordare e riconoscere a distanza di anni, di complesse relazioni sociali e di grandi emozioni: possono provare terrore, compassione, coraggio. Si proteggono a vicenda, emettono un brontolio quando sono soddisfatti, comunicano su lunghe distanze con suoni molto bassi, una frequenza non udibile dagli umani. Eppure la triste realtà è che gli uomini li uccidono, ne segano le zanne, lasciano le carcasse a marcire nella savana, tutto per ottenere bacchette da riso e statuine da tenere in salotto. Evidentemente gli elefanti, fra le creature più grandi della Terra, sul nostro pianeta da cinque milioni di anni, non suscitano abbastanza rispetto da parte di noi «piccoli» uomini.